Come alcuni di voi già sanno, per molto tempo ho fatto ricerca nell’ambito dell’informatica sostenibile e varie tematiche annesse (è stato questo il tema della mia tesi in Design di Sistemi).
E’ certo che la questione andrà affrontata per il corto, per cui inizio a raccogliere qui un po’ di materiale essenziale, per presentare parte del lavoro che ho già fatto in questo senso.
L’impatto che l’industria informatica ha sull’ambiente e lo sviluppo dell’uomo, oltre ad essere ingente, avviene a vari livelli.
Ai fini della tesi, si rivelò utile suddividere le problematiche coinvolte in quattro macrocategorie: cicli di energia, cicli di materia, sanità e sicurezza, accessibilità.
In molti casi, queste categorie sono strumenti concettuali utili anche in settori, se si ragiona in termini di sviluppo sostenibile; questo accade perché quasi sempre coesistono come parti interconnesse di uno stesso problema.
L’approccio sistemico (e olistico) è indispensabile per affrontare la complessità e diversità di un tale scenario.
Dalla scelta dei corretti cicli di materiali ed energia (anche nella distribuzione), alla progettazione dei processi produttivi, di assemblaggio e disassemblaggio, possibilità di riparazione, dismissione e recupero, ogni aspetto andrebbe considerato e risolto congiuntamente con gli altri.
Nelle immagini, trovate alcuni concept che avevo progettato, come parti integrate di uno stesso sistema.
Tanto per dare un’idea (mentre cerco il modo e il luogo più appropriato per condividere la versione hires delle tavole), queste erano alcune delle idee proposte:
- display prodotti con processi produttivi ottimizzati, su pellicola
- circuiti stampati su piume di pollo e resine dai germogli di soia
- trasmissione dell’elettricità per induzione e contatto (niente cavi e guaine in PVC)
- modularità del sistema e sintesi (intercambiabilità) dei componenti in comune fra device differenti
- tastiera autoalimentata
- uso del cloud per il controllo della ridondanza negli storage
- separazione netta dei cicli di produzione, riparazione e recupero, fra componentistica lo-tech e hi-tech
Chiaramente, il progetto comincia ad essere un po’ datato (2008), molte cose vanno ripensate, ma pensavo fosse un buono spunto per avviare la discussione sul fronte hi-tech.